Cari ***,
all’inizio di marzo esce un libro che posso dire di attendere da un po’. Direi più di vent’anni. Perdonate l’enfasi, è personale, un tot emotiva, non viene da niente di oggettivo ovviamente, se non da un fattore cronologico, ma insomma volevo scrivervene. E mi spiego meglio.
Il libro si intitola Il paziente crede di essere. Lo stampa la valorosa editrice Gorilla Sapiens. Ne trovate scheda e descrizione qui: http://www.gorillasapiensedizioni.com/libri/il-paziente-crede-di-essere. (Fra l’altro è già disponibile, in pre-ordinazione. Stampato. Acquistabile).
‘Sistematizza’ (e – spero non presuntuosamente – ‘fissa’ & “””storicizza”””, tra multiple virgolette) una fase di scrittura dei primi anni ’90 in cui con particolare passione mi dedicavo alla prosa breve e brevissima, lunare e vagamente ‘nera’, di taglio cortazariano, direi (azzardando, certo).
La lunga attesa ha permesso però di fare di questo libro non solo una fotografia di testi cronologicamente non vicinissimi, ma una specie di racconto di percorso.
Infatti non solo riporta un numero di prose del tipo appena detto, ma include anche la gran parte dei testi miei contenuti nella sezione Diario del viaggio in Italia, nel libro collettivo Prosa in prosa (Le Lettere, 2009).
Infine raccoglie, unite alle precedenti, alcune pagine da un lavoro assai recente e tutt’ora in fieri: Oggettistica.
Bon. Così è composto il libro.
Insomma volevo accennarvene o riaccennarvene (qualcuno di voi mi ha già sentito un po’ o molto blaterare in proposito), qualche settimana prima dell’uscita. Scusandomi della prolissità e della … pubblicità. (Attribuitela se volete a enfasi ed emotività, …altra parola tronca, altra rima, perdonate: invecchio).
MG