Elegietta-elogio dell’ombra

1.

la reticenza è comune a tutte le civiltà. il pudore ha sottili meccanismi di organizzazione in tutte le culture. è la costruzione di ragioni e regioni di reticenza linguistica.

lo spazio di reticenza è un individuatore di senso, posizione progressiva di x. il mirino che anticipa lo spostamento della preda.

2.

la mancanza di integrale esplicitazione è (o può essere) ricchezza aggiunta. strutture di ombra ‘realizzano’ l’illuminazione.

Borges: “dire una cosa interamente è tanto inetto quanto non dirla affatto” (La superstiziosa etica del lettore).

3.

un certo realismo è talvolta davvero restaurazione, e spia di un sentimento addirittura pre-fotografico del reale. fu il presunto realismo del mezzo fotografico, quasi duecento anni fa, ad avviare o accompagnare – per contrasto – la coscienza del modus operandi originariamente infedele e opaco (e opacizzante) della percezione e del linguaggio.

4.

la sessualità non ha fini puramente riproduttivi. il linguaggio non ha fini puramente riproduttivi.

5.

la costruzione e costrizione in ombra assicura la permanenza del gioco, sfondo di ombra, la mancanza è sonda. fabbricazione di dubbio, domanda. la scrittura è di ricerca perché si assicura uno spazio architettonico non preesistente, o ne getta basi. non “le” basi.

così la ricerca – in poesia – è abitazione e fabbricazione di premesse o se si vuole preludi non garantiti

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